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Lettera di Natale | NOFRILLS

Città Doro, 23 dicembre

Sai Ben,

oggi sono stata con la mamma a comprare gli ultimi regali per Giovanni, Marta e Caterina.
Siamo state in centro, dove c’erano tanti negozi e dove tutto era illuminato da enormi serprenti luminosi.
La mamma non sembrava felice, era molto agitata e correva tirandomi per il braccio. Io avevo freddo e non riuscivo a camminare veloce come lei.

Non capivo perchè dovessi correre, non dovessi inciampare, perchè la mamma corresse…non capivo, ma poi mi sono guardata introno e ho visto che anche molte altre persone facevano come la mamma: correvano, guardavano oltre e non sorridevano.

Eh si Ben, sembrava proprio che la mamma non fosse diversa da altre persone, allora mi sono detta ma allora la mamma non è agitata, se anche gli altri sono così…magari è normale, forse quando diventiamo grandi è normale che sia così.

Allora mi sono un po’ tranquillizzata, ho sorriso e ho cominciato a canticchiare e saltellare mentre la mamma mi tirava da un negozio all’altro, da una vetrina all’altra.
Parlavo parlavo e le raccontavo di quando Mirco all’asilo è caduto dallo slittino e si è tuffato nella neve e la maestra lo ha sgridato perchè si era bagnato tutto. Le raccontavo anche di quando Sofia mi ha tirato i capelli perchè credeva che le avessi preso la bambola e di quando un passerotto tutto infreddolito si è posato sul muretto del giardino e di quando siamo stati col babbo a raccogliere le foglie nel bosco e di quando…

Poi la mamma si è girata mi ha strattonata e mi ha urlato “Smetti di saltare!!!!”
Mi sono rannicchiata nel cappotto, dietro la sciarpa e sotto il cappello. L’ho guardata e le ho urlato “Non sei la mia mamma!!!!”
Lei si è voltata e ha continuato a tirarmi dietro di se’, io camminavo in silenzio, guardando in basso senza più quel sorriso che vedevo nei vetri appannati dei negozi quando la mamma si fermava.

Ero arrabbiata con lei. Non mi ascoltava e correva, non si è voltata verso di me.

Ho sperato di tornare a casa presto, ero arrabbiata con Giovanni, con Marta e con Caterina, era colpa anche loro se la mamma era cosi. Non volevo che avessero dei regali, avevano fatto diventare la mia mamma diversa.

Ci siamo fermate. Io guardavo la vetrina, ma non cosa c’era aldilà del vetro. La mamma era immobile accanto a me, mi teneva per la mano, niente di diverso da prima. Fino a quando non mi sono accorta che la mamma si era accucciata alla mia altezza e aveva il naso spiaccicato contro la vetrina, era da un po’ che era cosi perchè il vetro aveva la forma del suo naso con l’alone intorno. Allora mi sono fermata a guardarla, lei si è voltata e mi ha detto “Che ne dici se andiamo a prenderlo?” Ho sorriso, l’ho abbracciata e ho detto “Sì!”.
Siamo entrate, la mamma sorrideva, sembrava tornata la Mia Mamma…ha detto qualcosa alla ragazza che ci ha accolto e dopo poco tempo è tornata con in braccio un enorme coniglio di peluche, con le orecchie lunghe e il musino bianco. Era bellissimo, così bello che mi si è illuminato il viso. Ho guardato la mamma e anche lei aveva la stessa espressione, era felice di nuovo.

Mi sono girata verso la mamma stringendo il coniglio e le ho detto “Hai sorriso, è per te!” La mamma si è abbassata, mi ha abbracciata e mi ha accarezzato la testa, poi ha abbracciato anche il coniglio e ha detto “E’ per noi…”.

Siamo rimaste nel negozio, abbiamo preso una bambola per Marta, un puzzle per Caterina e un mostro, da maschi, per Giovanni.

Eravamo di nuovo contente, ridevamo, canticchiavo e saltellavo. Ho cominciato a raccontare alla mamma di quando Martina ha rotto il vaso dei fiori, di quando Monica è salita sull’albero e mi ha tirato una pigna, di quando sono caduta dallo scivolo perchè Mattia mi aveva spinto, quando ho fatto la torta con la nonna, di quando….

ma questo lo sai anche te, Ben.